Mio figlio ha iniziato a leggere in bagno
Ho preso a consigliarli: "leggi un libro mentre aspetti". E adesso la toilette è una mini biblioteca.
Mio figlio di 7 anni ha iniziato a leggere da poco. Prima i testi tutti maiuscolo, ora piano piano anche i fumetti. Fa fatica, ci mette tanto, ma gli piacciono e in alcuni momenti emblematici (quando fa la cacca) è il suo modo per temporeggiare. Bello.
Tutto è iniziato con una mia proposta. A volte per convincerlo a non desistere subito quando va al bagno, gli ho consigliato: sfoglia un libro. E così, per gioco, la toilette sta diventando per lui la postazione per eccellenza della lettura. Cosa che era normale un tempo, nelle case in cui sono stato bambino. Cruciverba, giornali, alla peggio le etichette di qualche detersivo.
Non ci avrei mai scommesso oggi, con l’egemonia dello schermo. E invece, con questa storia del leggere in bagno, si è formata una piccola e disordinata biblioteca su una panca che era nata per appoggio abiti. Libri di ogni tipo, tutti per mocciosi. Ma pur sempre libri. Così, ora se ne sta da solo a leggere, dimentico di se stesso. Bello no?
L’altro giorno siamo andati al pub, non prima di essere passati in libreria a prendere un nuovo libro a fumetti (16 euro e 90 ‘tacciloro), e mi ha fatto piacere che mentre io e mia moglie mangiavamo avidamente i panini, lui leggeva avidamente questo volume. A un certo punto ho pensato: Fermi tutti! Non ci ha chiesto il telefono!
Lo so anche io, durerà poco. L’ho già detto anche a mia moglie. Si abituerà alla novità e poi ci chiederà il telefono. Siamo convinti di questo. Ma vogliamo sperare che almeno ci sarà un’alternanza sana. Un po’ il telefono, un po’ la lettura. Tanta lettura!
Siccome noi genitori siamo inutili con le parole ma funzioniamo sempre bene con l’esempio, ho deciso che farò la mia parte in questa storia cercando di leggere di più anche io, e di farlo non davanti a lui, ma con lui.
Quando mi cerca la sera per passare un po’ di tempo insieme, giochiamo, facciamo il puzzle, ascolto le sue storie sugli incidenti stradali che inscena con le macchinine, e poi gli dico: prendi il tuo libro, leggiamo un po’ insieme.
Io prendo il mio libro, lui il suo fumetto. E sia pure 10 minuti, scompariamo ognuno dentro alla sua storia. Non è come quando siamo col telefono (lui in realtà non ce l’ha il telefono, ma l’ho osservato quando lo guarda). Con il libro mi sembra che siamo sì ognuno per conto suo, ma insieme. Connessi.
Grazie, a presto!