Let Her Learn!
In Afghanistan i taliban vietano l'Università alle donne come in passato. Ma ora le studentesse protestano per le strade e imbracciano libri, smartphone e hashtag
Può sembrare un mondo lontano, ma fanno impressione le immagini che stanno circolando sui social delle ragazze in lacrime davanti alle Università chiuse dai Taliban in Afghanistan. Sono disperate. Sanno che i governanti del Paese stanno mettendo il lucchetto alla loro unica via d’uscita da una condizione di oppressione, povertà estrema, violenza e radicalismo. E gridano sui social con l’hashtag #LetHerLearn.

Per attirare l’attenzione del mondo libero, i principali alleati di queste giovani donne che contrastano il provvedimento del governo islamista di vietarle le università, sono diventati gli smartphone, Internet e i social network. Tutto il mondo sta vedendo cosa accade per le strade e davanti alle Università grazie a video e foto scattati con i telefoni, accompagnati dall’hashtag #LetHerLearn.


Solo a guardarle mentre piangono e protestano, queste ragazze che aspirano a diventare ingegneri, docenti, architetti, scrittrici, ci ricordano le nostre sorelle, figlie, mogli. E poi, centocinquant’anni fa l’istruzione universitaria era vietata alle donne anche in Italia.
Ma in Afghanistan, chiudere i presìdi di istruzione e di formazione (già sono state vietate le scuole alle bambine) è puro esercizio del potere talebano. Una scelta politica che prelude alla completa eliminazione della donna dalla società afghana.
La consapevolezza dei cittadini afghani oggi è diversa. E anche la cultura sta cambiando. Le Università non sono vietate agli uomini, eppure moltissimi uomini - padri, mariti, fratelli - stanno sostenendo la battaglia delle donne. La democrazia si è insinuata, Internet ogni giorno apre finestre sul mondo libero, rendendolo più vicino.
La campagna #LetHerLearn sta facendo parlare di sé anche sui quotidiani, soprattutto esteri. Un servizio dell’agenzia AFP è stato ripreso da France24 e dal Guardian, ma ne parla diffusamente anche RepublicWorld che racconta di una donna che ha tentato di suicidarsi davanti all’Università chiusa. Un grande lavoro di divulgazione, grazie a Twitter, lo conduce Shabnam Nasimi, attivista e consulente speciale al ministero per i rifugiati inglese.


Cosa possiamo fare noi? Se abbiamo uno dei social tra Facebook, Twitter e Instagram, possiamo parlarne usando l’hashtag #LetHerLearn. Se abbiamo una classe, parliamone a scuola, tornando indietro magari a quegli anni non lontani in cui in Italia alla donna erano vietati gli studi universitari. Puoi condividere questo scritto se ti va.
E ricordare che lontano, ma non troppo, da noi, oggi ci sono delle ragazze ben consapevoli che l’unica via d’uscita è avere un’istruzione superiore. Per difendere quel diritto, per non vedere i loro sogni infranti, sono disposte a morire.