A Formia l'arte militante di Nafir per raccontare le violenze in Iran
Domenica 19 febbraio la mostra dell'artista iraniano "Queens of Liberty" curata da Davide Rossillo. La street art trasforma i tappeti persiani in manifesto di denuncia
Bentrovati amici di Nuoto Libero.
Domenica 19 febbraio a Formia (LT), non lontano da casa di molti di noi, inaugura Queens of Liberty, la mostra personale dell’artista iraniano Nafir, da anni impegnato a combattere la violenza e la censura del governo e della polizia in Iran. Il suo nome d’arte vuol dire “urlo”, quello con cui, lui e altre migliaia di ragazze e ragazzi iraniani, provano a invocare la fine di una dittatura teocratica sempre più violenta, misogina, radicalizzata e oppressiva.
Quello della libertà è un tema che mi sta a cuore e ne ho già scritto. Da 5 mesi l’Iran è una polveriera. La morte di Masha Amini, 22 anni, iraniana curda deceduta nelle mani della Polizia morale dalla quale era stata fermata perché indossava male il velo, ha scatenato una protesta soprattutto tra i giovani, per allargarsi gradualmente a tutta la società civile e prendere le sembianze di una vera e propria rivoluzione. La generazione Z di quel paese, interconnessa e istruita, è stanca di essere governata da un regime teocratico illiberale e sta gridando al mondo l’ormai celebre slogan “Donna, vita, libertà”.
Il regime reprime le proteste nel sangue. Usa una violenza spietata nei confronti dei manifestanti, e procede tra condanne a morte, processi sommari, arresti e violenze, diffondendo il terrore nel Paese.
L’eco di questi fatti in occidente è altalenante, e bisogna riconoscere grande merito a un giornalista di Radio Radicale, Mariano Giustino, che non smette di raccontare con rigore e umanità ciò che altrimenti non raggiunge facilmente la ribalta. Per fortuna a dare spazio a queste voci ci ha pensato il Festival di Sanremo, ospitando l’attivista Pegah Moshir Pour.
Nafir domenica 19 febbraio, a partire dalle 16, sarà ospite a Formia di Davide Rossillo, un impegnato curatore ed esperto d’arte e street art, fondatore del principale festival di Street Art del Lazio Memorie Urbane e titolare della Davide Rossillo Contemporary. Un evento coraggioso e unico in Italia, che può servire per far conoscere e divulgare meglio i fatti di questi mesi di proteste. Nafir sta supportando i manifestanti mettendo “in scena” le sue opere in giro per le città e sfidando la censura.
Vera e propria performance quella qui sopra, in cui l’artista posiziona l’opera - che mescola la tecnica dello stencil con il simbolo dell’arte persiana, il tappeto - in strada, non lontano dalle strisce pedonali, di fatto esponendola al passaggio delle automobili che la “schiacciano”, rendendola ben visibile ai pedoni. Gli occhi assistono dunque impotenti allo schiacciamento simbolico di questi volti liberi e senza veli raffigurati sui tappeti.
Figlio di un artigiano di tappeti, Nafir ha deciso di far incontrare la pregiata tradizione persiana con l’arte di strada militante. E’ dunque anche un incontro tra generazioni, che di fatto trasforma un oggetto d’arredo pregiato e molto richiesto, in un manifesto e in un messaggio di denuncia sociale.
Domenica 19 febbraio a Formia sarà un piacere essere presenti. Mi piacerebbe incontrare molti di voi, perché Nafir è testimone oculare di cosa vuol dire vivere sotto le dittature e i regimi. Il suo urlo merita il nostro ascolto e il nostro sostegno.
La mostra sarà visitabile fino al 25 marzo dal mercoledì al sabato, dalle 15 alle 19, in via XXIV Maggio 24, 26, Formia.